domenica 29 gennaio 2012

"Sola andata".


- Mammaaaa, quando ariviamooo?!
- Su, stai tranquilla, ormai manca poco.
- Sono stanca di stare su questo treno senza sedie.
- Da brava, non fare i capricci… Vedi? Anche gli altri sono seduti sul pavimento.
- Ma perché quei uomini col cappello di ferro ci hanno portato su questo treno cosi brutto?!... Cosa dicevano? Sono più grandi di me e non sanno ancora parlare bene?
- Parlano così perchè vengono da lontano.
- Mammaaa, ma papà quando torna?! Domani è il mio compleanno e papà si è dimenticato!
- No, non si è dimenticato...
- Perché papà non viene a portarmi il regalo?
- Adesso andiamo noi a trovarlo. Su, da brava. Domani,staremo tutti insieme: io te e papà... Per sempre.

Un giorno di parecchi anni fa, quando ancora avevo un barlume di fede e pensavo potesse esistere un ipotetico dio, mi salto' il grillo di provare a scrivere un racconto inerente alla deportazione nei campi di sterminio nazisti.
Scrissi pochissime righe, quelle poc'anzi riportate e null'altro. 
Solo a distanza di anni, e con il senno di poi, ho compreso che avevo lasciato perdere perche' non credo ci sia nulla dopo la morte. 
Avrei dovuto capirlo subito gia' dal titolo che avevo dato a quella bozza:  "Sola andata".
Beh, meglio tardi che mai...

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